martedì 30 luglio 2013

GLI ERRORI NEL PROCESSO DI DECISION MAKING

Ciao a tutti!
 
Mi sono da poco imbattuto in un interessante articolo pubblicato nell'ultimo numero del New England Journal Of Medicine, riguardante i processi cognitivi ed i fattori ambientali che sono causa degli errori diagnostici e di pianificazione terapeutica e assistenziale, ovvero i obiettivi fondamentali del processo del decision making in ambito sanitario.
 
 
Due sono gli obiettivi principali del decision making in ambito sanitario: la diagnosi e la pianificazione terapeutica e assistenziale. Se il percorso diagnostico è corretto, vi sono maggiori probabilità che lo sia anche l'approccio successivo. Ma le diagnosi, in un numero insospettabile di casi, non sono esatte. Si stima infatti che ciò capiti almeno nel 10-15% dei casi. Gli ambiti di intervento in cui si riscontra il tasso di errori diagnostici più elevato sono quelli in cui si interagisce con pazienti con problemi indistinti quali, ad esempio, la  medicina d'urgenza, la medicina interna e la medicina sul territorio, mentre nelle tecniche di immagine (radiologia, anatomia patologica) risulta molto più basso (2% dei casi).
 
Gli errori diagnostici hanno cause molteplici, ma più spesso si tratta di errori di ordine cognitivo, non tanto di mancanza di conoscenze, quanto piuttosto problemi di ragionamento clinico. La mente umana è vulnerabile, essendo soggetta ad errori cognitivi, difetti di ragionamento logico, false assunzioni. Sono stati descritti oltre 100 differenti tipi di errore nel processo di decison making e nelle modalità di elaborazione delle informazioni raccolte.
 
Le 2 principali modalità di ragionamento clinico sono quella di tipo intuitivo  e quella di tipo analitico, con un coinvolgimento di differenti meccanismi fisiologici e cognitivi:
 
  • il processo intuitivo è acquisito generalmente attraverso esperienze ripetute; è un processo rapido che si realizza a livello del sub-conscio; si passa spesso da una diagnosi intuitiva ad un'altra in modo fisso e ripetitivo ma con possibilità di generare errori
  • il processo analitico si svolge a livello conscio; è più lento nello sviluppo; vengono seguite le leggi della scienza e della logica; ed è pertanto un processo più razionale. Può comunque anch'esso essere soggetto a errori quando non si seguono in modo corretto le regole del ragionamento clinico a causa di fattori di distrazione ambientale, sovraccarico di lavoro, affaticamento, deprivazione di sonno o stati emotivi.
 
Se siamo consapevoli del fatto che gli errori nei processi cognitivi sono così frequenti e pericolosi, perché non identificarli e prevenirli? Ciò non è facile per vari motivi, infatti a volte non ci si accorge degli errori a causa di meccanismi di difesa psicologica e o non si tiene conto delle influenze psicologiche sul processo decisionale.
 
Quando ci si accorge di aver commesso un errore, occorre ricordarsi di seguire in modo preciso le regole, conoscenze, procedure e strategie del decision making, così come raccomandano diversi percorsi formativi recentemente pubblicati. Inoltre, bisogna correggere i difetti di tipo cognitivo che si sono riscontrati nella propria pratica lavorativa attivando percorsi formativi continui che migliorino la metodologia del ragionamento clinico e l'approccio analitico ai problemi. Da non trascurare anche la continua ricerca di ottimizzazione del fattore ambientale, mirando ad eradicare quelli che possono essere identificati come fattore di distrazione.
 

1 commento:

  1. Ciao,
    le aziende dovrebbero dotarsi di una struttura di Risk Management, in modo da poter studiare e intervenire negli eventi sentinella.
    Ma quante sono le aziende che hanno la struttura di Risk management?

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