Diversi cambiamenti riguardanti la nostra
professione sembra stiano prendendo forma in questo periodo. L’ingresso in
Senato della presidente della Federazione Nazionale Collegi IPASVI Annalisa
Silvestro, potrebbe costituire la svolta per portare all’attenzione della
classe politica le esigenze dei professionisti infermieri.
Sono stati preparati in questi giorni diversi
disegni legge riguardanti la professione infermieristica: il primo, quello sul
“Ricambio Generazionale Infermieristico”, di cui vi ho parlato qualche giorno
fa in questo articolo (LINK) e quello riguardante la creazione degli “Ordini
delle Professioni Sanitarie”. Quest’ultimo, se fosse approvato sarebbe il tanto
atteso fattore attuativo della legge numero 43 del 2006, ovvero la Legge delega
al Governo di allora, per la creazione degli Ordini delle Professioni
Sanitarie, il quale non fu mai applicato.
Diamo un’occhiata insieme a questo Disegno Legge.
PREMESSA
All’interno del nostro Sistema Sanitario Nazionale
operano, in qualità di liberi professionisti o di lavoratoti dipendenti,
persone appartenenti 27 categorie professionali non mediche, le quali
costituiscono la maggioranza assoluta del personale sanitario.
Di questi, sono rappresentati da un ordine
professionale solamente i medici chirurghi, gli odontoiatri, i medici
veterinari e i farmacisti. Alcune fanno capo ad un collegio o ad
un’associazione professionale rappresentativa, mentre una parte di esse non
sono addirittura rappresentate da alcun tipo di associazione. In questo quadro
è necessaria una ridefinizione delle norme che consentano anche alle altre
professioni, l’accesso ad un ordine professionale.
LA DIFFERENZA FRA COLLEGIO E ORDINE
Con il termine ordine professionale, si identifica
un’istituzione autogovernata, identificativa di una professione, riconosciuta dalla legge, avente il fine di
garantire la qualità delle attività svolte dai professionisti; ad essa lo Stato
affida il compito di tenere aggiornato l'albo e il codice deontologico,
tutelando la professionalità della categoria. E fin qui riconosciamo anche
l’operato del collegio IPASVI. La denominazione di Ordine Professionale viene
di solito usata in relazione a quelle professioni per le quali è richiesto un titolo
di studio di livello non inferiore alla laurea, oltre ovviamente al superamento
del relativo esame di abilitazione.
Per le professioni per le quali è sufficiente un
diploma di scuola secondaria superiore, si usa di solito la denominazione di
collegio professionale. Tale distinzione terminologica non è, comunque, seguita
in modo rigoroso dal legislatore (ad esempio, l'Ordine dei giornalisti ha tale
denominazione, nonostante non sia richiesta la laurea per l'esercizio della
professione).
Come sappiamo, il professionista infermiere risponde
ad entrambi i requisiti sopra esposti, senza contare tutti i vari livelli di
formazione post base (master, lauree magistrali, dottorato di ricerca) ormai
ampiamente collaudati e diffusi in ambito universitario.
L’INIZIATIVA
La questione dell’assetto professionale sanitario
riguarda più di 800.000 dipendenti, suddivisi in 9 categorie professionali
regolamentate con albi, ordini e collegi (medici, odontoiatri, farmacisti,
veterinari, infermieri, infermieri pediatrici, assistenti sanitari, ostetriche
e tecnici radiologi) oltre a 140.000 persone appartenenti alle rimanenti 17
categorie non rappresentate da alcun tipo di rappresentanza, fra i quali fisioterapisti,
tecnici della prevenzione, dietisti eccetera.
A presto e speriamo in bene!!
Valentino
Come si diceva qualche riga più su, la riforma delle
professioni sanitarie, che ha già una pluralità di norme attuative (Decreto Legislativo
502/92, legge 42/99, legge 251/2000, legge 43/06) non è stata ancora completata
nella parte pratica, che prevede l’evoluzione degli attuali collegi in ordini e
l’istituzione di albi ed ordini per le 17 professioni che ne sono sprovviste.
L’esercizio della delega per dare attuazione a quanto sopra, previsto
dall’articolo 6 della legge 43/06, non è giunto a buon fine nella precedente
legislatura, in quanto essa si è conclusa prematuramente.
Si direbbe quindi dovuta e necessaria, la modifica della denominazione
da Collegio ad Ordine, per le professioni già vigiliate dal Ministero della
Salute, in considerazione della loro evoluzione formativa e professionale.
Altro motivo a rinforzo della necessità di creare gli
Ordini delle Professioni Sanitarie si può ritrovare anche nel nostro sistema
ECM, che prevede che siano gli Ordini professionali a favorire la formazione
professionale ed a vigilare sul corretto svolgimento e adempimento della
stessa. Il problema sorge quindi, per quei professionisti che non sono rappresentati
da un Ordine o qualsivoglia associazione professionale, ma che investono
ugualmente tempo ed altre risorse nella formazione professionale.
LA LEGGE PROPOSTA (In Sintesi)
Il provvedimento definisce che In ogni città
metropolitana o ambito territoriale definito, sono costituiti gli Ordini dei
medici-chirurghi e degli odontoiatri, dei veterinari, dei farmacisti, degli
infermieri, delle ostetriche, dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle
professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione.
Dall’entrata in
vigore della presente legge i Collegi delle professioni sanitarie e le
rispettive Federazioni nazionali sono trasformati in questo modo:
A) i collegi e le
Federazioni nazionali degli infermieri professionali, degli assistenti sanitari
e delle vigilatrici d'infanzia (IPASVI) in ordini degli infermieri e infermieri
pediatrici e Federazione nazionale degli ordini degli infermieri e infermieri
pediatrici. L’albo delle vigilatrici d’infanzia assume la denominazione di albo
degli infermieri pediatrici;
B) i collegi delle
ostetriche/i in ordini professionali delle ostetriche;
C) i collegi dei tecnici
sanitari di radiologia medica in ordini dei tecnici sanitari di radiologia medica
e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della
prevenzione.
Le Federazioni nazionali
degli ordini elencati ai punti a, b e c assumono la denominazione, rispettivamente,
di Federazione nazionale degli Ordini degli infermieri e infermieri pediatrici,
Federazione nazionale degli Ordini delle ostetriche/i e Federazione nazionale
degli Ordini della professione di tecnico sanitario di radiologia medica e
delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione.
Gli Ordini manterranno lo statuto di Enti pubblici
non economici di tutela dell’interesse pubblico, saranno dotati di autonomia
patrimoniale e finanziaria e sottoposti alla vigilanza del Ministero della
Salute. Avranno il compito di promuovere e assicurare l’indipendenza
professionale e di verificare il corretto attuarsi della formazione continua e
il possesso dei titoli abilitanti degli iscritti.
Vengono poi definiti, negli articoli del disegno di
legge successivi ai primi due, gli Organi degli Ordini delle Professioni
Sanitarie (Presidente, Consiglio Direttivo, Commissione, Collegio dei Revisori
dei Conti) e relative funzioni, ma queste sono disposizioni che non
varierebbero di molto l’attuale struttura dei collegi IPASVI.
Quanto scritto sopra è un riassunto delle parti
salienti del disegno legge, ovvero quelle che modificano formalmente la
denominazione dei Collegi in Ordini. Il testo integrale è disponibile a questoLINK, nel caso in siate interessati a scaricarlo e leggerlo.
A presto e speriamo in bene!!
Valentino
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