Indipendentemente dal fatto
che le sue idee politiche, espresse nel corso della sua lunga carriera
giornalistica, possano essere più o meno condivise, credo che ogni
professionista infermiere non possa non condividere ciò che scrive Gad Lerner
riguardo la nostra categoria professionale sul suo blog in seguito ad un
recente ricovero ospedaliero. Per leggere l’apprezzato contributo, cliccate su
QUESTO LINK oppure sull’immagine qui sotto. Di seguito il resto dell’articolo.
I professionisti sanitari
sono spesso additati come “capro espiatorio” di un sistema sanitario spesso malgestito,
nel quale le decisioni vengo prese da persone che spesso non hanno come primo
obiettivo, quello della tutela della salute. Per questo capita spesso che si
verifichino malfunzionamenti nel sistema e che l’utenza se la prenda con chi è
sempre presente nei reparti. In questo scenario fa piacere sentire la voce “fuori
dal coro” del giornalista Gad Lerner che difende ed apprezza l’operato degli
infermieri.
La nostra è una figura
professionale molto sottostimata, tant’è vero che molti cittadini non sono
nemmeno al corrente del fatto che essa sia effettivamente una figura
professionale, con tanto di leggi a sostegno di questa condizione. Lentamente
si sta assumendo, fra la popolazione, consapevolezza del fatto che l’infermiere
è un professionista laureato, che durante il suo percorso formativo ha svolto
ben 3 (!!!) anni di prestazioni lavorative vere e proprie non retribuite.
Questo è purtroppo, il prezzo che ancora oggi paghiamo viste le origini e l’evoluzione
della nostra professione nel nostro paese. Ancora meno persone sanno che le
condizioni organizzative in cui lavoriamo sono spesso disumane e che basta un
niente, una minima distrazione, per commettere errori che potrebbero provocare
danni irreversibili al paziente.
Nonostante tutto questo e
molto altro ancora, ogni giorno, ognuno di noi porta a termine il suo lavoro ed esce dal reparto con
la schiena a pezzi … e tanti colleghi quando tornano a casa pensano “Fa che sia
andato tutto bene!”.
Valentino
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