mercoledì 19 giugno 2013

IL RICAMBIO GENERAZIONALE INFERMIERISTICO

L’età media della popolazione lavorativa sta costantemente aumentando. Anche e soprattutto fra gli infermieri: un’analisi dei dati del 2013, relativi agli iscritti ai Collegi IPASVI di tutta Italia, mostra un costante aumento dell’età media degli infermieri attualmente operativi, affiancata ad un quasi nullo ricambio generazionale, nel senso che sono pochissimi i colleghi under 30 neolaureati o laureati da poco che, per motivi di crisi economica nel settore sanitario e del mercato del lavoro in generale, trovano occupazione.


Come ben sappiamo il nostro lavoro è faticoso e stressante, e siamo soggetti al fenomeno del burn out come poche altre categorie professionali. Attualmente sono operativi oltre 45000 colleghi di età compresa fra i 55 e i 60 anni e oltre 25000 over 60. Per queste persone, per una moltitudine di motivi, fra i quali stanchezza, famiglia eccetera, diventa sempre più arduo condurre la vita da turnista, il che si ripercuote sempre più sul resto dei colleghi che vengono spesso chiamati a dover svolgere coprire una turistica sempre più impegnativa, con un numero di riposi sempre minore.

Questo fenomeno, a sua volta provoca un sempre maggiore livello di stanchezza e logoramento a livello professionale, il che provoca problemi di tenuta del sistema assistenziale e di efficienza del sistema diagnostico e terapeutico. Di fronte a questi ed altri problemi sempre più emergenti nella nostra professione sarebbe necessario,  a vantaggio della qualità del servizio reso, non interrompere ed anzi guidare un graduale ricambio generazionale.

In tal senso è stata fatta una proposta di legge che, secondo i firmatari, senatori Boeti e Silvestro, riprende alcune azioni sperimentali in atto o in fase di avvio in alcune regioni italiane, con un costo contenuto (l’integrazione dei contributi per l’infermiere ”senior" vicino alla pensione che diminuisce il proprio orario di lavoro per far spazio ad un infermiere "junior" senza conseguenze sull’ammontare dei contributi pensionistici), determina i seguenti benefici:
  • contrasto alla disoccupazione giovanile;
  • ingresso di forza lavoro giovane, motivata e preparata a beneficio degli assistiti e dell'organizzazione sanitaria;
  • percorso di uscita “morbido” dal lavoro per infermieri "senior" con riconoscimento della loro pregressa esperienza e valorizzazione delle competenze da loro maturate attraverso lo svolgimento della funzione di mentore.
Il disegno di legge è disponibile a QUESTO LINK. Questo pare essere un periodo di cambiamento per la nostra professione, rimaniamo in attesa altri aggiornamenti.

A presto,
Valentino

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