Per quanto riguarda il processo di trasformazione dei Collegi
in Ordini Professionali, è di notevole importanza la notizia dell’approvazione
nel Consiglio dei Ministri di qualche giorno fa, del DDL proposto dal ministro
Lorenzin e fortemente sostenuto dalla presidente della Federazione Nazionale
dei Collegi IPASVI, on. Annalisa Silvestro, della norma che riordina e riforma l’impianto ordinistico sanitario.
La proposta di legge coglie la centralità e l’importanza della
questione dell’assetto professionale in sanità caratterizzata dal fatto che la
stragrande maggioranza degli addetti (oltre 800.000 operatrici ed operatori)
appartengano a 11 professioni della salute regolamentate con albi, ordini e collegi
(medici, odontoiatri, farmacisti, veterinari, infermieri, infermieri pediatrici,
assistenti sanitari, ostetriche e tecnici sanitari di radiologia medica,
psicologi e biologi), mentre una minoranza di circa 140.000 addetti
appartenente a ben 17 professioni sanitarie pur regolamentate e disciplinate
nell’esercizio professionale, siano prive di albo ed ordine professionale
(fisioterapisti, tecnici di laboratorio, tecnici della prevenzione, dietiste,
podologi, tecnici ortopedici, educatori professionali)
Manifesto diffuso in queste settimane da varie sigle sindacali a supporto dell'approvazione del Disegno di Legge |
Questa peculiarità è ben colta dal provvedimento legislativo
in quanto:
- affronta in un testo complessivo ed unitario tutte le professioni sanitarie previste dal Testo Unico, dal medico al tecnico della prevenzione, archiviando il ricorso a leggi speciali e di settore per le professioni infermieristiche, di ostetrica, tecnico-sanitarie, della prevenzione e della riabilitazione, così come per le professioni di biologo e di psicologo.
- eleva i collegi in ordini a completamento della riforma formativa ed ordinamentale di tali professioni: nell’immaginario collettivo il collegio è per i diplomati, l’ordine è per i laureati;
- non istituisce altri ordini, bensì istituisce gli albi per le 17 professioni attualmente sprovviste di tutela ordinistica, che saranno tenuti dal nuovo Ordine dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione (comprendendo in quest’ordine anche l’albo degli assistenti sanitari.
Quindi non più tanti ordini, più o meno piccoli, ma si darebbe vita ad una
nuova istituzione professionale plurale, con le garanzie interne per ogni
professione, in grado non solo di semplificare il quadro ordinistico ma di
arricchirlo con un nuovo soggetto che possa realmente essere autorevole e
rappresentativo.
E’ necessario e giusto raggiungere tale obiettivo attraverso
una norma semplificata che non preveda l’istituzioni di ulteriori ordini professionali
bensì l’attivazione di albi per le professioni sanitarie tecniche, della
riabilitazione e della prevenzione che ne siano sprovviste e la loro confluenza
nell’ordine dei tecnici sanitari di radiologia medica, che assumerebbe una
nuova denominazione di “Ordine dei tecnici sanitari di radiologia medica e
delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della
prevenzione”.
Considerato che questo provvedimento è atteso dagli operatori ma anche dai
cittadini da decenni, è quanto mai auspicabile che l’iter di discussione e di
approvazione sia il più celere possibile per permettere di mettere a frutto i
benefici le nuove positività che la legge potrà mettere in essere per la
collettività e per i professionisti
E’ positivo che un Governo dalla maggioranza vasta come quello attuale abbia
varato questo disegno di legge, proposto dal Ministro alla Salute, Beatrice
Lorenzin, che nella precedente legislatura, in più provvedimenti, aveva già
tenacemente e con convinzione proposto emendamenti analoghi all’attuale testo e
ne va dato atto della sua coerenza e competenza, come è altrettanto positivo
che le forze politiche che sostengono questa maggioranza abbiano presentato
disegni di legge, nei contenuti simili o analoghi a quello governativo: si
parte, quindi, da un sostegno politico alla proposta ampio e convinto.
Fonti: Quotidiano Sanità, IPASVI.it
Fonti: Quotidiano Sanità, IPASVI.it
Buongiorno, sono un biologo, tra l'altro con una specializzazione post laurea magistrale alla facoltà di medicina e chirurgia. rilascio ricevuta sanitaria ma non sono professione sanitaria. I biologi specialisti assunti nelle ass, possono diventare primari ma non sono professione sanitaria. Una anomalia tutta italiana che va sanata anche in ottemperanza alla direttive europee. Per questo attendevo con ansia la benedetta approvazione del ddl lorenzin (che è l'ultimo di una serie di ddl simili che sono proposti perlomeno dal 2011) MANCO A DIRLO PARE TUTTO BLOCCATO (facendo gli interessi delle categorie che vogliono permanga lo status quo, che penalizza chi non è professione sanitaria, riducendone la competitività sul mercato) http://www.enpav.eu/articoli/23102013%20ItaliaOggi%20Ordini%20sanitari%20al%20palo.pdf la solita italia: paghiamo i deputati ventimila euro al mese perché si grattino il naso facendo, disfacendo, rinviando. UNO SCHIFO, questa gente va mandata a casa. così impara a fregarsene delle persone
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